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I più grandi errori di Shopify in Google Shopping

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shopify google shopping

Se gestisci un ecommerce online tramite Shopify probailmente ti sarà capitato di considerare anche Google Shopping come canale per la promozione dei tuoi prodotti. Google Shoppig infatti rappresenta un'ottima alternativa per tutti quei venditori online che desiderano attirare l’attenzione sui loro ecommerce. Puoi avere l’ecommerce più bello del mondo ma se non ricevi traffico i tuoi sforzi sono inutili. Per sfruttare le potenzialità di Google Shopping con Shopify è necessario prima collegarli e sincronizzarli.

Una volta completata questa fase è però importante essere consapevoli del fatto che vi sono una serie di errori che si possono commettere e che vanno ad influenzare negativamente la visibilità delle aziende e le prestazioni degli annunci. Per evitare questi spiacevoli inconvenienti ti presentiamo quali sono i principali errori che si commettono con Shopify (e che andrebbero evitati) in Google Shopping. 

 

1) Prezzi invalidi e budget non ottimizzati

La qualità dei prodotti continua ad essere un fattore cruciale per Google. Se ad esempio cambi il prezzo di una serie di prodotti sul tuo negozio online ma non li adegui in Google Shopping, i prodotti potrebbero venire bloccati da Google perché ritenuti ingannevoli. 

Un altro aspetto importante da considerare per ottenere risultati efficaci su Google Shopping è la corretta gestione del budget e delle offerte. Budget insufficienti o budget eccessivi che non sono ottimizzati per le conversioni possono limitare la visibilità dei propri annunci. Inoltre, una mancata ottimizzazione delle offerte può comportare un costo elevato per clic inefficaci o una posizione di annuncio non ottimale.

 

2) Formato e dati immagini

Il terzo errore riguarda il fatto di avere sì delle immagini, ma di averle caricate nel formato sbagliato. Ecco le linee guida a cui attenersi per i formati delle immagini:

  • Le immagini devono essere di almeno 100 x 100 pixel, i vestiti di almeno 250 x 250 pixel. Si consigliano 800 pixel.
  • Le immagini non devono avere più di 64 megapixel o essere più grandi di 16 MB.
  • Il prodotto deve occupare il 75-90% dell'immagine.


Sono inoltre da evitare:

  • i watermark
  • testi
  • logo o icone
  • segnaposto
  • immagini quadrate di un solo colore
  • immagini che includano elementi che coprono il prodotto

Come avrete ormai capito, quello che conta è che vi sia il prodotto e che esso sia ben visibile.

 

3) Attenzione alle linee guida

Prestare poca attenzione alle linee guida offerta è un errore che viene commesso molto più di quanto si pensi. Prima di utilizzare Google Shopping devi assicurarti che i tuoi prodotti siano conformi alle linee guida Google Merchant. Prodotti pericolosi come armi o che incitano all’odio sono, ad esempio, poco graditi. C’è però anche una zona grigia, ovvero tutti quei prodotti che sono soggetti a una serie speciale di regole, ad esempio quelli con limitazioni di età, gli alcolici o i medicinali. È quindi importante informarsi in anticipo. Qui trovi maggiori informazioni sui prodotti pericolosi. 

 

4) Pagine di prodotto non richiamabili

Le pagine dei vostri prodotti non sono accessibili da mobile? Questo è un errore molto grave che vi può costare parecchio non solo nel caso Google Shopping ma proprio in termini di conversioni e ridotta competitività. Per un approfondimento leggi “8 consigli per migliorare le conversioni da mobile”. Se le pagine dei tuoi prodotti non possono essere richiamate da mobile o non sono responsive, Google potrebbe limitare la visibilità degli annunci se non addirittura annullarne la pubblicazione. 

 

5) Codici identificativi del prodotto

Infine l’ultimo errore: la presenza di codici identificativi del prodotto insufficienti, errati o invalidi. Questi includono il GTIN, la marca e l'MPN. Di che cosa si tratta? Google desidera capire che cosa vendi, da un lato per poter poi abbinare i tuoi prodotti alle query di ricerca, dall’altro per poterli confrontare con altri rivenditori che vendono gli stessi prodotti. Ecco perché sono importanti gli identificativi. Il marchio è semplicemente il nome di un brand. C’è però un’eccezione: i prodotti personalizzati. In questi casi è necessario rispondere “Falso” nel campo “GTIN presente”. L'MPN (Manufacturer Part Number) è un identificativo del produttore. A questo si contrappone il GTIN (Global Trade Item Number), un numero standardizzato, quasi la versione numerica del codice a barre. Si chiama UPC negli Stati Uniti ed EAN in Europa. Google richiede 2 dei 3 identificativi appena citati.

 


Come abbiamo visto, gli errori analizzati possono avere un forte impatto sulle prestazioni delle campagne attive e sulla visibilità dei prodotti. Evita quindi di caricare dati erronei, incoerenti o non aggiornati, rispetta le specifiche richieste da Google, conformati alle sue linee guida e politiche e, infine, presta attenzione al budget e all'ottimizzazione per mobile. Tutto questo richiede anche un'analisi e monitoraggio costante in modo da identificare fin da subito potenziali errori ed apportare tutte le correzioni necessarie. Ricorda, Google Shopping ha una grande potenzialità e se hai isogno di qualcuno che ti affianchi nell'ottimizzare la tua presenza sulla piattaforma siamo al tuo fianco. Contattaci senza impegno per maggiori informazioni.