La Continuous Integration è una tecnica di ottimizzazione che permette ai programmatori di aumentare la loro produttività e velocizzare il processo di identificazione dei bug. Vediamola in dettaglio.
Negli articoli scritti finora abbiamo spesso parlato di come in DevInterface utilizziamo molte tecniche per l'ottimizzazione delle risorse e dei processi di creazione dei nostri prodotti: dall'utilizzo di SCRUM per sfruttare al meglio la metodologia Agile al Test Driven Development. Tutto ciò influisce sui processi interni all'azienda ma si riflette positivamente anche sul nostro rapporto con te, poiché riusciamo a consegnarti delle applicazioni performanti e di qualità che sviluppiamo nel minor tempo possibile. Per mantenere le sinergie che ci permettono di raggiungere tali obiettivi, il nostro team di programmatori deve interfacciarsi in maniera continua e ordinata: per questo motivo oggi vedremo insieme la Continuous Integration, la tecnica che utilizziamo per garantirti la massima efficienza nella creazione dei prodotti per la tua azienda.
I programmatori di un team solitamente, quando devono sviluppare una funzione di un'app, lavorano separati gli uni dagli altri per poi unire il codice solo a processo ultimato; quando tali funzioni sono particolarmente complesse, succede che le persone del team non interagiscano per molto tempo, quindi si trovano ad aver sviluppato porzioni di codice diverse che talvolta rendono molto complessa la loro unione. Quando la funzione è al completo quindi, è molto difficile identificare i bug e di conseguenza correggerli, inoltre gli aggiornamenti del sistema globale sono molto macchinosi.
Per ovviare a questi problemi a DevInterface utilizziamo l'integrazione continua: i programmatori si occupano di diverse porzioni di codice ma, ogniqualvolta apportano delle modifiche, dopo averle testate ed essersi assicurati che siano funzionanti le integrano in una repository condivisa. In questo modo il sistema rileva le modifiche fatte alla repository dai diversi programmatori, permette di eseguire dei test automatici sul codice per provare il suo funzionamento all'interno del sistema completo, di identificare la sorgente di eventuali problemi di integrazione così da permetterne la correzione e, infine, di tornare allo stato precedente alla modifica.
Questo processo permette quindi agli sviluppatori di ottenere quattro principali vantaggi:
- maggiore produttività: i test automatici permettono allo sviluppatore di risparmiare tempo in attività che altrimenti dovrebbe svolgere manualmente;
- utilizzo di uno strumento strategico: la programmazione tradizionale descritta in precedenza era focalizzata sul breve periodo poiché i programmatori effettuavano un'unica azione di integrazione che faceva risparmiare tempo nell'immediato ma poteva farne sprecare moltissimo in caso di problemi. La Continuous Integration è invece uno strumento strategico poiché, nonostante richieda l'impegno costante dei programmatori nel modificare il software condiviso nella directory, permette di ridurre i tempi di integrazione sul lungo periodo, nonché quelli di aggiornamento e di correzione degli errori;
- rapida individuazione e risoluzione dei bug: gli sviluppatori, aggiornando la repository condivisa più volte al giorno ed eseguendo pertanto i test automatici, riescono ad identificare immediatamente i problemi e a correggerli in men che non si dica;
- frequente e rapido rilascio degli aggiornamenti: come abbiamo detto in precedenza, questo approccio fa sì che sia più semplice rilasciare gli aggiornamenti del software.
Quali altri vantaggi può avere l'integrazione continua secondo il tuo parere? Faccelo sapere nei commenti!
Grazie per aver letto l'articolo.
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